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L’ascolto attivo, tra tutte le soft skills che caratterizzano la figura professionale del CFO+, è fondamentale e utile per diverse posizioni imprenditoriali in azienda. Abbiamo già trattato questo argomento in precedenza, ma voglio tornare a parlarne in quanto lo ritengo davvero importante nella comunicazione, per mettere gli interlocutori sullo stesso livello.

Ascolto attivo: la soft skills per la comunicazione

La comunicazione è un processo complesso, tanto più se i due interlocutori ricoprono diverse posizioni all’interno di una organizzazione aziendale. Il primo è il collaboratore, che vuole dire la sua. Il secondo sei tu, imprenditore e responsabile dell’organico.

Capita spesso che uno dei lavoratori chieda di parlare con te, dunque conosci bene la situazione: suggerimenti, lamentele, opinioni, nuove idee. Gli argomenti sono solitamente questi. Come ti poni davanti al collaboratore e quale tipo di ascolto metti in atto?

Ascolto attivo e passivo sono le due modalità di comunicazione che puoi mettere in piedi.

  • Puoi scegliere di sentire ciò che l’altro ha da dire, senza concentrarti particolarmente.
  • Oppure puoi scegliere di ascoltare chi parla ed entrare consapevolmente nella conversazione.

Quest’ultima è la skill che vince e che mette il collaboratore a proprio agio, migliorando il clima e il benessere sul lavoro.

Il CFO+ e l’ascolto attivo: la soft skill che non può mancare in azienda

Il CFO+ è una figura chiave nelle organizzazioni, un nuovo professionista inserito negli organigrammi, che mette le persone al centro dell’interesse organizzativo in azienda.

Le imprese hanno sempre considerato l’amministrazione aziendale come un reparto di back office, in cui le soft skills non sono essenziali.

Ma oggi i tempi sono cambiati.

Ogni giorno, diversi interlocutori come il commercialista, il consulente del lavoro, il revisore dei conti, gli organi di controllo, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate e molti altri professionisti si interfacciano con l’amministrazione aziendale.

Applicare ad ogni conversazione l’ascolto attivo diventa fondamentale.

La possibilità di avere un CFO+ inserito full-time nella tua azienda può evolvere il dialogo, trasformandolo da contenuto meramente tecnico a vera e propria conversazione arricchente per entrambe le parti, aggiungendo casomai anche strumenti operativi tipici dell’analisi transazionale.

Questa figura ascolta le richieste avanzate dagli interlocutori, con grande beneficio dell’azienda e della fluidità dei processi decisionali.

Il CFO+, leader positivo evoluto

In qualità di leader positivo, il CFO+ deve partire da una “semplice” attività, tipica di quei professionisti che intervengono per dare supporto e aiuto (ad esempio chi si occupa di counseling o coaching), per poi proseguire mettendo in pratica queste azioni nell’operatività aziendale quotidiana. Ciò non significa che l’attività del CFO+ sia uguale oppure sostituibile, ma è sullo stesso livello di quella di un coach o di un counselor, in quanto per tutte e tre queste posizioni è necessaria una forte padronanza degli strumenti necessari, tra i quali l’ascolto attivo.

Il CFO+ che sa destreggiarsi in queste attività diventa un concreto attuatore del bilinguismo organizzativo che lo caratterizza, con le skills del Chief Financial Officer che si fondono a quelle del Chief Happiness Officer.

Attraverso un semplice strumento di comunicazione come l’ascolto attivo, il CFO+ riesce a far sentire le persone apprezzate, non giudicate e rimesse al centro dell’azienda, applicando i principi della scienza della felicità ai reparti amministrativi delle imprese.

L’ascolto attivo diventa quindi fondamentale per il CFO+, a fianco della formazione tecnico-operativa di cui è già padrone, quando si inserisce nell’organigramma aziendale. Uno strumento che lo aiuta a rendere l’azienda un luogo armonico, dove tutti i collaboratori lavorano insieme per raggiungere gli stessi obiettivi ascoltandosi e creando un ambiente non giudicante.

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