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Come si diventa empatici? Te lo spiego in questo articolo dove, partendo dalla definizione di empatia, vediamo come sfruttare questa capacità (che non è per forza innata e si può allenare) per allinearci agli altri – che si tratti di un collega o di un famigliare – provare le sue stesse emozioni e aiutarlo ad affrontare le situazioni e gli eventi.

Cosa significa empatia

Se cerchi sul vocabolario la definizione di “empatia” scoprirai che è un termine che deriva dal greco “empatéia”a sua volta composta da due parti: en-, “dentro”, e pathos, “sofferenza o sentimento“. Per usare una metafora, essere empatici significa mettersi nei panni dell’altro, indossando  i vestiti di un’altra persona.

L’empatia è quindi la capacità di sentire quello che prova l’altro, come se fossimo nella sua stessa situazione, al suo posto.

Che differenza c’è tra empatia e simpatia?

Attenzione a non confondere l’empatia con la simpatia. Anche “simpatia” deriva dal greco (sym-patéo), ma il suo significato è ben diverso. Provare simpatia significa provare le stesse emozioni di qualcuno, condividere con lui/lei la stessa reazione emotiva a un evento. Si tratta quindi di una somiglianza di emozioni, che riconosciamo rapportandoci con l’altro come una sorta di affinità emotiva.

Ci è simpatico il compagno di scuola o il collega di lavoro che tifa per la nostra stessa squadra di calcio o che ha la nostra stessa visione dell’ambiente di lavoro. Oppure, possiamo provare un’istintiva simpatia per chi ha attraversato le nostre stesse difficoltà, per chi ha i nostri stessi difetti o più semplicemente per chi si dimostra gentile e corretto con noi.

Proviamo quindi simpatia, cioè comunanza emotiva, per quelle persone che ci assomigliano e in cui ci riconosciamo.

Empatici si diventa

Essere empatici significa possedere due diversi tipi di competenze:

  • Empatia cognitiva: utile per risolvere problemi e prendere decisioni, ci aiuta a percepire una prospettiva diversa dalla nostra e a comprendere pensieri, comportamenti ed emozioni che non ci appartengono direttamente.
  • Empatia emotiva: grazie alla consapevolezza del vissuto dell’altro e alla nostra capacità di condividere quello che l’altro prova, siamo in grado di dare una risposta emotiva adeguata.

Queste capacità empatiche possono essere innate, ma possono anche essere sviluppate e allenate attraverso diverse abilità e atteggiamenti che è possibile coltivare. Di seguito te ne elenco alcuni:

  1. Saper ascoltare, identificare e riconoscere l’emozione che l’altro prova. 
  2. Sintonizzarsi con il vissuto dell’altro, mettendosi sullo stesso piano sia a livello cognitivo che emotivo. Ovviamente è molto più facile se in quella situazione tu ci sei già passato, ma non è fondamentale. 
  3. Una volta interiorizzato lo stato dell’altro, è necessario aiutare l’altro a vedersi da fuori, facendogli capire che non è più solo. Noi siamo con lui/lei, sappiamo cosa prova, siamo in qualche modo allineati alle sue emozioni e sensazioni.
  4. Infine, per stimolare la propria empatia è importante avere delle buone capacità di autoregolazione emotiva. Ciò permette di non confondere l’emozione dell’altro con la propria e di evitare di essere inghiottiti dalle situazioni con le quali ci identifichiamo.

Vuoi esercitarti anche tu? Per creare un rapporto empatico devi lavorare su:

  • Ascolto della persona;
  • Sospensione del giudizio;
  • Autenticità della relazione;
  • Vivere la situazione nel momento in cui si manifesta (qui ed ora);
  • Accettazione di quanto mi viene detto e portato dall’altro.

Allenarsi su questi elementi sicuramente giova al tuo livello empatico. 

Usare l’empatia, sul lavoro o in famiglia

Proprio perché l’empatia serve a mettersi nei panni dell’altro, è una delle capacità fondamentali che devono avere i counselor e i coach, perché gli permette di essere di aiuto ai propri clienti.

In generale, però, l’empatia serve anche nelle normali relazioni umane (vita privata e lavoro), perché permette di a gestire al meglio la relazione con le altre persone, dal collega al partner ai figli.

Vuoi degli esempi? Eccoli.

Empatia sul lavoro 

Ascoltare i propri colleghi di lavoro mettendosi nei loro panni potrebbe essere un primo stimolo allo sviluppo dell’empatia. Devi però stare attento/a a non farti carico di situazioni che non sono tue, per evitare di venirne sopraffatto. La stessa empatia richiede infatti anche la capacità di rimanere distaccati, se vogliamo che l’altro ne tragga beneficio. 

Empatia in famiglia

Anche in famiglia ci possono essere momenti in cui, in particolare con i figli, si può essere empatici, visto che i problemi che i giovani hanno durante le fasi dello sviluppo per loro possono diventare totalizzanti. Lavorare sulla propria empatia può quindi rivelarsi un ottimo strumento per aiutarli ad aiutarsi e vedersi secondo una diversa prospettiva.

Vuoi diventare una persona empatia? Contattami e ti aiuterò a sviluppare e potenziare questa capacità.

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