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La sindrome di burn out è letteralmente una condizione personale in cui ci si sente “scoppiati”, in un certo senso “esauriti”. Negli ultimi anni la sindrome del burn out è stata riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come una patologia derivante dal contesto lavorativo.

Nello specifico, si tratta di una patologia da stress cronico lavorativo che non può essere gestito. Non è una malattia o una condizione medica, ma una sindrome che si manifesta attraverso alcuni sintomi specifici.

Burn out cos’è

Il termine “burn out” è una locuzione inglese usata per definire una condizione personale in cui ci si sente – letteralmente – “scoppiati”. Nello specifico, la sindrome da burnout si manifesta come un insieme di sintomi che derivano da una condizione di stress cronico e ripetuto, in situazioni e contesti lavorativi.

Ecco perché lavorare in un ambiente ostile può dare sintomi tipici della sindrome del burn-out: si manifesta come una sensazione logorante che porta a frustrazione, insoddisfazione e a “non farcela più”.

Questa condizione deriva da molti fattori, che possono essere classificati come:

  • Fattori soggettivi: il modo del lavoratore di fronteggiare la situazione ma anche la sua età, lo stato civile e il sesso possono influire nella capacità di un dipendente di contrastare i fattori oggettivi;
  • Fattori oggettivi: che, appunto, non sono una conseguenza diretta del lavoratore e della sua personalità ma sono ad esempio il contesto lavorativo entro il quale è inserito, il carico di lavoro che gli viene assegnato, la responsabilità, la mancanza di fiducia, le relazioni con i collaboratori.

Sintomi burn out

La sindrome da burnout si manifesta con sintomi psicofisici sul lavoratore:

  • Affaticamento
  • Delusione
  • Improduttività
  • Disinteresse

Il lavoratore in questa condizione si trova a perdere interesse nel progetto, prova distacco mentale e assume un atteggiamento di indifferenza e cinismo nei confronti del suo lavoro. Si sente demoralizzato, vede solo il lato negativo e si sente spaesato.

In alcuni casi, la sindrome da burnout può arrivare a manifestarsi anche con disturbi più complessi quali la depressione.

Sindrome di burnout: qual è la cura?

Come si gestisce il burnout? Cosa può fare il lavoratore?

Per prima cosa, chi ne è affetto deve agire per eliminare la bassa autostima e per migliorare la resilienza. Deve concentrarsi sulla capacità di fronteggiare la sua condizione (chiamata anche coping) attraverso un percorso volto a ritrovare l’autostima.

Potenziare l’autostima significa anche ritrovare le risorse personali che si sono spente. In questa fase è molto importante l’appoggio di figure professionali quali counselor e psicoterapeuti. I professionisti possono essere il giusto supporto per ritrovare le risorse personali che si pensa aver perso.

Inoltre è fondamentale agire sullo stile di vita: incrementare le relazioni sociali fuori dal contesto lavorativo, fare attività fisica per scaricare stress e l’adrenalina accumulata, praticare attività di rilassamento muscolare quotidianamente e con disciplina.

Infine è bene agire con training mirati alle abilità sociali. La sindrome di burn out ha come primo impatto l’isolamento, pertanto ritrovare il contatto con gli altri è un modo molto efficace per abbattere ansia, stress lavorativo e lo stato di fatica cronica.

In quanto counselor aziendale posso aiutarti a uscire da questa situazione di stallo, ritrovando l’autostima e facendo emergere le tue potenzialità. Contattami e ne parleremo assieme.

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